mercoledì 23 maggio 2007

La retorica fotografica

L'uso di figure retoriche è spesso guardato con sospetto da chi si occupa di fotografia nonostante sia innegabile che alcuni accorgimenti possono conferire ad una immagine quel "TONO" che ogni fotoamatore cerca guardando dentro un viewfinder. Metafora, metonimia, iperbole, antonomasia, sineddoche sono rinvenibili in tantissime immagini.
Talvolta ho come l'impressione che sia l'occhio, in sua totale autonomia, ad essere retorico.
Se volessi precisare il concetto, potrei dire che parlo di "Effetto retorico" come di quella particolare commistione di elementi che riescono a comunicare un "quid" che va oltre il significato dei singoli soggetti ritratti. Un esempio che offre un richiamo all'arte pittorica, riuscirà a far luce. Sicuramente chi mi legge, avrà presente il "Grido" di Edvard Munch. Quel quadro dipinge l'angoscia stralunata di un personaggio in primo piano. Più che dipingerla, rappresenta quell'angoscia, ce ne offre una fetta. Materializza una sensazione.
Chiunque abbia scattato il più banale dei paesaggi con cascata, ha voluto ritrarre l'acqua che scorre? O forse voleva leggervi la serenità che il luogo e gli elementi, metaforicamente, provano a trasmetterci?
Magari non vi siete mai resi conto che, scattando una fotografia ad una massa di rifiuti depositati lungo le vostre strate, avete lanciato la vostra personalissima invettiva contro l'amministrazione comunale.
Il rispetto di regole non canoniche può rivelarsi di grande aiuto, ma da solo non può garantire il successo di una immagine.

L'immagine denominata "SALVO" non è di quelle cui sono affezionato.
Non c'è nulla di peggio che uno scatto cui non ci si affeziona.
Tuttavia una analisi più attenta farà risaltare alcuni elementi che me la fanno apprezzare. Le persone alle spalle del personaggio principale sono incuranti della performance che si consuma poco distante da loro. Fin qui non sono riscontrabili elementi di particolare interesse. Ma ad un esame più attento vediamo che c'è un' altra spettatrice disinteressata. Si trova alle spalle del nostro aspirante Knofler e guarda da un'altra parte.
E' impietrita, manco fosse di marmo!
Ma questo non impedisce alla fronte del nostro chitarrista di corrugarsi al punto di mostrare chiaramente una sorta di ics. Il cielo è pallido, come spesso accade a Berlino. Come resistere, dinnanzi ad un invito del genere?
Il click si impone. Un raro esempio di fortuna compositiva.
Giochiamo sul banale. L'ultima foto pubblicata, denominata ironicamente "Uno tra tanti" , ritrae un mimo. Per antonomasia, un soggetto abbigliato a quel modo non può non essere Dante.

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